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La presidenza italiana Ue, nel suo comunicato di ieri, riporta come un grande risultato aver ottenuto dai partner europei la decisione di rendere pubbliche le direttive negoziali che definiscono i limiti e gli obiettivi della negoziazione con gli Usa per la conclusione del TTIP.

A maggio scorso, quando MC ha chiesto al governo italiano di chiarire la propria posizione sul TTIP e di proporre all’Ue la desecretazione dei contenuti dei negoziati, aveva l’intento di spingere il governo italiano – nel semestre di presidenza europea – a rispettare il diritto di informazione dei cittadini sul trattato. In realtà, gli atti erano già disponibili in Rete grazie all’attivismo di diverse associazioni confluite nel comitato STOP TTIP.

“Esprimiamo la nostra delusione – commenta Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – perché il successo vantato dal Governo italiano in realtà nulla cambia riguardo al rispetto della trasparenza nei confronti dei cittadini. Il ‘mandato negoziale’ pubblicato ieri sul sito della Commissione europea, spiega le direttrici del negoziato, senza apportare nessun reale contributo conoscitivo in più. Trasparenza vorrebbe che dopo ogni round di negoziazione (se ne sono tenuti cinque in un anno) il commissario europeo delegato De Gucht relazionasse al parlamento europeo e ai cittadini aggiornando il working in progress del negoziato settore per settore (farmaci, agricoltura, prodotti finanziari)”. “Limitarsi a pubblicare solo il ‘mandato a negoziare’ – continua Mostaccio – dopo più di un anno dalla sua approvazione, non dimostra di per sé alcun cambiamento di rotta se non sarà seguito, a breve, dalla reale disponibilità di Usa e Ue di rendere pubblici tutti i capitoli in cui si articola il trattato. 
Ad oggi sembra che il successo della presidenza italiana più che un passo fondamentale verso la trasparenza sia un espediente per promuovere la retorica propagandistica circa la sua aprioristica utilità (es. più lavoro, più crescita, più pil), insomma la solita retorica che non ha mai portato a casa le promesse di cui si è nutrita”.

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