STOP ANATOCISMO: finalmente un’indagine dell’agcm per accertare le violazioni 2014-2016

Movimento Consumatori apprende con grande soddisfazione la notizia dell’avvio dell’istruttoria per l’anatocismo praticato da tutte le banche nel periodo 2014-2016.

L’associazione, nell’ambito della propria campagna Stop Anatocismo, dopo aver ottenuto numerosi provvedimenti inibitori  da parte dei tribunali di Milano, Cuneo, Biella e Roma nei confronti delle più grandi banche italiane, lo scorso 11 gennaio ha rinnovato l’esposto proposto già nel 2015 con il quale chiedeva all’Agcm di indagare sulla violazione dell’art. 120 t.u.b. introdotto con l. 147/2013  per il periodo 2014-2016.

“Nonostante l’introduzione del divieto di anatocismo fin dal 1° gennaio 2016 – afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio di MC – l’intero settore bancario, ha continuato, ad applicare per ben tre anni interessi sugli interessi vietati. In tutta Italia, e per tutta la clientela, gli interessi anatocistici applicati da tutte le banche ammontano, secondo una stima dell’associazione, a circa 6 miliardi di euro. I tribunali di Roma e Milano, con provvedimenti cautelari confermati in sede di reclamo, hanno inibito anche alle banche soggette all’indagine (IntesaSanpaolo, Unicredit e BNL) l’applicazione di interessi sugli interessi non dovuti corrisposti indebitamente dalla clientela fino all’adempimento dei provvedimenti inibitori cautelari. E’ ora che le banche restituiscano quanto percepito a titolo di interessi anatocistici non dovuti”.

“L’associazione – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori– auspica che le banche, a seguito dell’apertura del procedimento, vogliano senza ritardo avviare procedure di conciliazione dirette a restituire tutti gli interessi illegittimamente percepiti alla propria clientela, comportamento necessario affinché i consumatori, di fronte ad illeciti di così elevata portata, possano ancora nutrire fiducia nel sistema bancario”.

Dopo i numerosi provvedimenti ottenuti da MC che hanno inibito l’anatocismo nei confronti delle più importanti banche operanti in Italia (oltre IntesaSanpaolo, Unicredit e BNL, anche ING, Deutsche Bank, BPM, Fineko, BRE e IW Bank del gruppo UBI e Banca Sella) e dopo l’avvio dell’istruttoria da parte dell’Agcm, rimane inerte solo la Banca d’Italia la quale, sebbene destinataria di analogo esposto, non ha mai aperto alcuna indagine o istruttoria nonostante il Testo Unico Bancario le attribuisca pregnanti poteri di tutela della clientela che possono comportare l’adozione di provvedimenti restitutori per tutti i clienti.




STOP ANATOCISMO. Confermata la condanna per BPM: illegittimi gli interessi anatocistici dal 1° gennaio 2014

Grazie alla campagna Stop Anatocismo e alle azioni inibitorie di Movimento Consumatori, il 23 novembre scorso è stata pubblicata la sentenza con la quale il tribunale di Roma ha confermato i provvedimenti cautelari concessi con l’ordinanza del 14 aprile 2015 dal tribunale di Milano.

Il tribunale ha accertato l’illegittimità del comportamento della BPM nei confronti dei propri correntisti per l’applicazione di clausole anatocistiche dopo il 1° gennaio 2014, quando è entrato in vigore il divieto di anatocismo. La sentenza conferma l’ordinanza del 14 aprile 2015 del collegio del tribunale di Milano che, nel giudizio cautelare avviato da MC contro BPM, in caso di conti affidati o scoperti, aveva già inibito l’applicazione delle clausole anatocistiche, sulla base del principio introdotto dalla legge di Stabilità per il 2014, secondo cui “gli interessi periodicamente capitalizzati non possono produrre interessi ulteriori”.

Il tribunale capitolino ha riconosciuto che il divieto di anatocismo sussiste nonostante la recente modifica dell’art. 120, conseguente all’entrata in vigore della legge dell’8 aprile 2016 n. 49 e della delibera attuativa del CICR dello scorso 3 agosto 2016. La nuova normativa non è applicabile per il periodo precedente alla sua entrata in vigore e prevede che gli interessi debitori non producano ulteriori interessi, salvo la specifica autorizzazione del cliente.

Per tali ragioni BPM è stata condannata a pubblicare il dispositivo della sentenza sui principali quotidiani  nazionali, sul proprio sito Internet e a darne comunicazione a ciascun correntista.

“Si tratta di una sentenza importante – dichiara Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio di Movimento Consumatori – perché è il primo giudizio a cognizione piena che conferma la correttezza delle inibitorie cautelari emesse a seguito delle azioni promosse da MC nei confronti delle dieci maggiori banche italiane”.

“La sentenza del tribunale di Roma – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale dell’associazione – conferma che BPM, e comunque tutte le banche italiane, devono restituire gli interessi anatocistici applicati illegittimamente alla propria clientela dal 1° gennaio 2014.
Qualora BPM non provvedesse alla restituzione di questi interessi, l’associazione avvierà un’azione di classe”.

Per informazioni i consumatori possono scrivere a sosbanche@movimentoconsumatori.it

Qui il testo completo della sentenza.




Stop Anatocismo. Movimento Consumatori: l’emendamento al decreto sulle BCC ristabilisce l’anatocismo bancario. Nuovo intervento Salva Banche da fermare immediatamente

stop anatocismoL’emendamento approvato ieri in Commissione Finanze nell’ambito della conversione in legge del decreto di riforma delle banche di credito cooperativo ristabilisce l’anatocismo bancario eliminato dalla legge di Stabilità del 2013 dal 1° gennaio 2014.

“Si prevede infatti – afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio MC – che la quota interessi maturati possa produrre interessi di mora in contrasto con la giurisprudenza della Cassazione che ritiene che anche gli interessi di mora, debbano essere calcolati solo sul capitale. L’esclusione degli interessi di mora dal divieto di anatocismo è un gravissimo passo indietro perché si tratta di interessi generalmente superiori a quelli corrispettivi, quindi con effetti potenzialmente peggiorativi per il cliente.

La reintroduzione dell’anatocismo è ancora più evidente in quanto viene autorizzato l’inserimento nei contratti di conto corrente dell’autorizzazione preventiva all’addebito sul conto degli interessi che diventano capitale  e sono quindi produttivi di nuovi interessi. Del tutto inutile è la possibilità di revoca dell’autorizzazione all’addebito sul conto degli interessi maturati. La revoca dell’autorizzazione  all’addebito sul conto comporterebbe infatti per il cliente l’applicazione degli interessi di mora sulla quota di interessi non pagati, rendendo di fatto impensabile e autolesionista l’esercizio di tale revoca”.

“La nuova norma determina quindi la reintroduzione dell’anatocismo – conclude Fiorio – con la sola differenza che la capitalizzazione sarà annuale e non trimestrale. Davvero poca cosa”.

Movimento Consumatori chiede che l’emendamento sia immediatamente modificato escludendo ogni forma di interessi sugli interessi maturati e auspica che dopo ben 27 mesi di ritardo il CICR possa dare attuazione al divieto di anatocismo escludendo l’applicazione di ogni forma di interessi sugli interessi nei rapporti bancari. MC inoltre invita le banche a restituire gli oramai 4,5 miliardi di euro di interessi anatocistici applicati dal 1° gennaio 2014 ai correntisti.

Grazie alla campagna Stop Anatocismo del Movimento Consumatori e alle azioni collettive inibitorie di MC, i tribunali hanno condannato, nell’ultimo anno, dieci banche a non praticare alcuna forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori. Per maggiori informazioni si può visitare la sezione Stop Anatocismo sul sito www.movimentoconsumatori.it o scrivere un’email a sosbanche@movimentoconsumatori.it.




Movimento Consumatori: Il Tribunale di Roma conferma il divieto per BNL

stop anatocismoContinua la campagna giudiziaria  Stop Anatocismo del Movimento Consumatori cui si aggiunge una nuova condanna: questa volta è il tribunale di Roma a confermare integralmente l’inibitoria di ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente dei clienti BNL.

“Questa sentenza – dice Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori – in linea con i precedenti dei tribunali di Milano, Biella e Cuneo conferma che il divieto di anatocismo è in vigore in Italia dal 1° gennaio 2014 anche in assenza della delibera di attuazione del CICR. Si tratta di una decisione importante, perché la conferma viene dal tribunale di Roma in composizione collegiale”.

“Nonostante siano oramai trascorsi quasi quattro mesi dalla chiusura del procedimento di consultazione per l’approvazione della delibera di attuazione del CICR e quasi un anno dalle prime condanne ottenute dalla nostra associazione  – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – siamo ancora in attesa che Governo e Banca d’Italia adottino i provvedimenti previsti dal testo unico bancario. Movimento Consumatori chiede che le norme di attuazione siano emanate senza ulteriori indugi, considerati gli inaccettabili e ingiustificabili, nonché dannosi ritardi accumulati”.

Proprio la mancata  adozione della delibera da parte del CICR consente ancora oggi alle banche, che non sono state condannate nei tribunali a seguito delle nostra campagna giudiziaria, di continuare ad applicare illegittimi interessi anatocistici.

MC ribadisce inoltre la necessità di un decisivo, definitivo e specifico intervento della Banca d’italia che risolva anche la situazione pregressa, imponendo a tutte le banche di restituire gli interessi indebitamente pagati dal 2014 ad oggi, che possono essere stimati in oltre 4 miliardi di euro”.

MC invita tutti i correntisti di BNL che abbiano corrisposto interessi passivi alla banca negli ultimi due anni a rivolgersi a sosbanche@movimentoconsumatori.it.




STOP ANATOCISMO. La Banca d’Italia conferma il divieto.

Dopo l’avvio della campagna Stop Anatocismo del Movimento Consumatori e la condanna di sette banche, grazie alle azioni collettive inibitorie di MC, anche la Banca d’Italia ha definitivamente sancito la fine dell’anatocismo bancario in Italia.

Proprio in questi giorni è stato pubblicato sul sito www.bancaditalia.it il provvedimento che modifica le disposizioni in materia di “Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari; correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti”. Il nuovo provvedimento dell’autorità di vigilanza elimina ogni riferimento alla capitalizzazione degli interessi anche nei modelli dei fogli informativi dei contratti di conto corrente. Ogni riferimento alla vecchia delibera del CICR 8.2.2000 che regolava l’anatocismo è stato cancellato.

“Le modifiche apportate dalla Banca d’Italia – dice Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito & Risparmio MC – confermano l’interpretazione della norma che il Movimento Consumatori sta portando avanti in molti tribunali d’Italia: dal 1° gennaio 2014 è vietata ogni forma di anatocismo e di capitalizzazione degli interessi”.

 

 

“Prendiamo atto dell’importante decisione della Banca d’Italia – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC –  e la invitiamo a dare seguito all’esposto inviato un mese fa, con cui chiedavamo di inibire definitivamente l’anatocismo e ordinare a tutti gli intermediari vigilati di provvedere all’immediata restituzione di tutti gli interessi anatocistici corrisposti dalla clientela dal 1° gennaio 2014”.

Per maggiori informazioni si può visitare la sezione Stop Anatocismo sul sito www.movimentoconsumatori.it o scrivere un’email a sosbanche@movimentoconsumatori.it.




STOP ANATOCISMO.

Movimento Consumatori: nonostante sette vittorie giudiziarie collettive in quattro mesi, le istituzioni rimangono in silenzio. Ora partiamo con la tutela individuale, fornendo ai consumatori gli strumenti per chiedere i rimborsi.

Movimento Consumatori con la sua campagna Stop Anatocismo ha ottenuto, negli ultimi quattro mesi, la condanna di sette banche che, malgrado il divieto in vigore dal 1° gennaio 2014, hanno continuato ad applicare interessi illegittimi su conti correnti in rosso, fidi e aperture di credito.

Da una indagine di MC del gennaio scorso è emerso che tutte le banche, nonostante l’entrata in vigore della nuova formulazione dell’art. 120 t.u.b. (divieto di anatocismo) continuano ad applicare interessi illegittimi (da inizio 2014, sarebbero oltre 2 miliardi di euro).

 

 

Movimento Consumatori è quindi partito con le prime azioni inibitorie che hanno portato alla condanna di Ing Bank,Deutsche BankBPM. Da quel momento una vittoria dopo l’altra: Banca Regionale EuropeaIntesa SanpaoloBanca Sella Unicredit sono state condannate a cessare l’anatocismo ai danni dei consumatori.

Mentre MC continua a collezionare sentenze che confermano l’illegittima capitalizzazione degli interessi passivi da parte delle banche, le istituzioni e gli organi di vigilanza rimangono immobili di fronte alla mancata applicazione del divieto.

Il 30 giugno 2015, Movimento Consumatori ha inviato quindi due espostiuno all’Antitrustl’altro alla Banca d’Italia su interessi illegittimi applicati da 30 banche e insieme a 14 associazioni di consumatori ha sollecitato con una lettera il Governo e il Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio  a dare immediata e definitiva attuazione all’art. 120 t.u.b. Ma, ad oggi, nulla si è mosso.

A questo punto, Movimento Consumatori invita i cittadini a diventare parte attiva della campagna Stop Anatocismo facendo valere i propri diritti. L’associazione offre l’opportunità ai consumatori (che hanno un conto corrente che dal 1° gennaio 2014 è andato in rosso o hanno in corso un fido o scoperto di conto) di chiedere la restituzione degli interessi anatocistici pagati fino a oggi, mettendo a disposizione su www.movimentoconsumatori.it i moduli per la richiesta di rimborso alle banche.

Per informazioni: sosbanche@movimentoconsumatori.it