PROCESSO MPS: Movimento Consumatori chiama a raccolta gli azionisti per la costituzione di parte civile

In pochi giorni, il numero verde 800 168 636 dedicato agli azionisti Mps ha superato i 1.000 contatti

Il prossimo 12 ottobre è fissata l’udienza preliminare per il caso Mps. Entro questa data, gli azionisti sono legittimati a costituirsi parte civile e a richiedere il risarcimento dei danni subiti in conseguenza dei reati contestati, prima dalla procura della Repubblica di Siena e ora da quella di Milano.

Il tribunale di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps (Giuseppe Mussari, Antonio Vigni) e di NOMURA International PLC (Sayeed Sadeq e Raffaele Ricci) per i reati di false comunicazioni sociali e di manipolazione del mercato, con l’aggravante del nocumento del pubblico risparmio per la rappresentazione infedele della situazione patrimoniale di Mps, conseguente ad una serie di complesse operazioni di finanza strutturata.

Si tratta di reati gravissimi che hanno duramente danneggiato una tra le più antiche banche del mondo e decine di migliaia di azionisti che hanno creduto nell’operato di top manager risultati inaffidabili. Per questa ragioni, Movimento Consumatori ha lanciato una campagna nazionale diretta ad agevolare la costituzione di parte civile degli azionisti.

“In pochi giorni – afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio – si sono rivolti al nostro numero verde oltre 1000 azionisti. Continueremo a lungo questa nostra campagna per rappresentare il maggior numero di risparmiatori danneggiati”.

“Auspichiamo – dice Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – un’ampia adesione degli azionisti a questa iniziativa collettiva perché è giusto che i risparmiatori ottengano il risarcimento dei danni subiti, ma anche perché in questo modo possono essere riaffermati i fondamentali principi che devono essere rispettati da amministratori, sindaci e revisori delle società quotate: correttezza e legalità”.

Movimento Consumatori invita tutti gli azionisti Mps a contattare l’associazione al numero verde 800 168 636, da utenza fissa o al numero 366 3945056 da cellulare o a scrivere a mps@movimentoconsumatori.it, indicando la provincia di residenza.




STOP ANATOCISMO. La Banca d’Italia conferma il divieto.

Dopo l’avvio della campagna Stop Anatocismo del Movimento Consumatori e la condanna di sette banche, grazie alle azioni collettive inibitorie di MC, anche la Banca d’Italia ha definitivamente sancito la fine dell’anatocismo bancario in Italia.

Proprio in questi giorni è stato pubblicato sul sito www.bancaditalia.it il provvedimento che modifica le disposizioni in materia di “Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari; correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti”. Il nuovo provvedimento dell’autorità di vigilanza elimina ogni riferimento alla capitalizzazione degli interessi anche nei modelli dei fogli informativi dei contratti di conto corrente. Ogni riferimento alla vecchia delibera del CICR 8.2.2000 che regolava l’anatocismo è stato cancellato.

“Le modifiche apportate dalla Banca d’Italia – dice Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito & Risparmio MC – confermano l’interpretazione della norma che il Movimento Consumatori sta portando avanti in molti tribunali d’Italia: dal 1° gennaio 2014 è vietata ogni forma di anatocismo e di capitalizzazione degli interessi”.

 

 

“Prendiamo atto dell’importante decisione della Banca d’Italia – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC –  e la invitiamo a dare seguito all’esposto inviato un mese fa, con cui chiedavamo di inibire definitivamente l’anatocismo e ordinare a tutti gli intermediari vigilati di provvedere all’immediata restituzione di tutti gli interessi anatocistici corrisposti dalla clientela dal 1° gennaio 2014”.

Per maggiori informazioni si può visitare la sezione Stop Anatocismo sul sito www.movimentoconsumatori.it o scrivere un’email a sosbanche@movimentoconsumatori.it.




STOP ANATOCISMO.

Movimento Consumatori: nonostante sette vittorie giudiziarie collettive in quattro mesi, le istituzioni rimangono in silenzio. Ora partiamo con la tutela individuale, fornendo ai consumatori gli strumenti per chiedere i rimborsi.

Movimento Consumatori con la sua campagna Stop Anatocismo ha ottenuto, negli ultimi quattro mesi, la condanna di sette banche che, malgrado il divieto in vigore dal 1° gennaio 2014, hanno continuato ad applicare interessi illegittimi su conti correnti in rosso, fidi e aperture di credito.

Da una indagine di MC del gennaio scorso è emerso che tutte le banche, nonostante l’entrata in vigore della nuova formulazione dell’art. 120 t.u.b. (divieto di anatocismo) continuano ad applicare interessi illegittimi (da inizio 2014, sarebbero oltre 2 miliardi di euro).

 

 

Movimento Consumatori è quindi partito con le prime azioni inibitorie che hanno portato alla condanna di Ing Bank,Deutsche BankBPM. Da quel momento una vittoria dopo l’altra: Banca Regionale EuropeaIntesa SanpaoloBanca Sella Unicredit sono state condannate a cessare l’anatocismo ai danni dei consumatori.

Mentre MC continua a collezionare sentenze che confermano l’illegittima capitalizzazione degli interessi passivi da parte delle banche, le istituzioni e gli organi di vigilanza rimangono immobili di fronte alla mancata applicazione del divieto.

Il 30 giugno 2015, Movimento Consumatori ha inviato quindi due espostiuno all’Antitrustl’altro alla Banca d’Italia su interessi illegittimi applicati da 30 banche e insieme a 14 associazioni di consumatori ha sollecitato con una lettera il Governo e il Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio  a dare immediata e definitiva attuazione all’art. 120 t.u.b. Ma, ad oggi, nulla si è mosso.

A questo punto, Movimento Consumatori invita i cittadini a diventare parte attiva della campagna Stop Anatocismo facendo valere i propri diritti. L’associazione offre l’opportunità ai consumatori (che hanno un conto corrente che dal 1° gennaio 2014 è andato in rosso o hanno in corso un fido o scoperto di conto) di chiedere la restituzione degli interessi anatocistici pagati fino a oggi, mettendo a disposizione su www.movimentoconsumatori.it i moduli per la richiesta di rimborso alle banche.

Per informazioni: sosbanche@movimentoconsumatori.it




STOP ANATOCISMO: anche Unicredit condannata.

Dopo questa ennesima vittoria, MC invita i consumatori a diventare parte attiva della sua campagna chiedendo i rimborsi.

Unicredit, come Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank, Ing Bank, Banca Popolare di Milano, Banca Regionale Europea, Banca Sella, è stata condannata dal tribunale di Milano a cessare l’anatocismo (produzione di interessi sugli interessi passivi maturati nei contratti bancari) ai danni dei consumatori.

Visto che dopo 18 mesi, le istituzioni e gli organismi di vigilanza continuano a rimanere immobili di fronte alla mancata applicazione del divieto, Movimento Consumatori, forte delle condanne di sette banche, invita i cittadini a diventare parte attiva della campagna Stop Anatocismo facendo valere i propri diritti. L’associazione offre l’opportunità ai consumatori che hanno un conto corrente che dal 1° gennaio 2014 è andato in rosso o hanno in corso un fido o scoperto di conto di richiedere la restituzione degli interessi anatocistici pagati fino a oggi: sul sito www.movimentoconsumatori.it, nella sezione Stop Anatocismo sono a disposizione i moduli per la richiesta di rimborso.

Per informazioni: sosbanche@movimentoconsumatori.it




STOP ANATOCISMO: condannata anche Banca Sella.

Respinta l’eccezione di contrarietà al diritto comunitario: il divieto di anatocismo è giustificato dall’interesse generale di tutela del consumatore

Continua la campagna Stop Anatocismo del Movimento Consumatori. Il tribunale di Biella, con ordinanza del 7 luglio, ha inibito a Banca Sella ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori. La banca è stata condannata a pubblicare il dispositivo dell’ordinanza sulla home page del proprio sito Internet e a comunicarlo a tutti i consumatori con le stesse modalità con le quali vengono inviati gli estratti di conto corrente. La decisione conferma l’orientamento del tribunale di Milano e di quello di Cuneo (ordinanza del 29 giugno scorso) che hanno condannato, il primo ING Bank, BPM e Deutsche Bank e Intesa Sanpaolo e il secondo la Banca Regionale Europea (gruppo UBI) a cessare ogni pratica anatocistica.

“Il tribunale di Biella ha confermato che dal 1° gennaio 2014 per le banche è vietata ogni forma di anatocismo –dice Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori e legale dell’associazione nella causa – gli interessi scaduti non possono più produrre nuovi interessi che devono essere conteggiati solo sul capitale. Anche il tribunale di Biella ha chiarito che il divieto di anatocismo non comporta alcun profilo di illegittimità con il diritto europeo, affermando  che l’eliminazione di una condizione gravosa quale l’anatocismo risponde agli interessi generali di tutela dei consumatori. Come precisato dal tribunale di Milano, il divieto di anatocismo, enunciato dal nuovo articolo 120 T.U.B., è chiarissimo e non necessita di alcun intervento del CICR al quale può spettare solo l’individuazione delle modalità di applicazione e conteggio degli interessi.

 

 

“Il tribunale di Biella – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale dell’associazione – ha accertato un comportamento illecito di una delle più importanti banche italiane. Invitiamo la banca ad avviare urgentemente una procedura di conciliazione per restituire alla propria clientela gli interessi anatocistici illegittimamente incassati. La nostra associazione provvederà, altrimenti ad avviare una class action per tutelare i correntisti”.

 

Per info: sosbanche@movimentoconsumatori.it.




STOP ANATOCISMO: condannata Intesa Sanpaolo.

Il Tribunale di Milano conferma il divieto dal 2014: respinta l’eccezione di contrarietà al diritto comunitario: il divieto italiano agevola l’accesso al mercato delle banche straniere.

Continua la campagna Stop Anatocismo del Movimento Consumatori. Il tribunale di Milano, con ordinanza del 1°luglio, ha inibito a Intesa Sanpaolo ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori. La banca è stata condannata a pubblicare il dispositivo dell’ordinanza sulla home page del proprio sito Internet e a comunicarlo a tutti i consumatori con le stesse modalità con le quali vengono inviati gli estratti di conto corrente. La decisione conferma l’orientamento del tribunale di Milano e di quello di Cuneo (ordinanza del 29 giugno scorso) che hanno condannato, il primo ING Bank, BPM e Deutsche Bank e il secondo la Banca Regionale Europea a cessare ogni pratica anatocistica.

“Il tribunale di Milano ha confermato che dal 1° gennaio 2014 per le banche è vietata ogni forma di anatocismo –dice Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori – gli interessi scaduti non possono più produrre nuovi interessi che devono essere conteggiati solo sul capitale. Anche il tribunale di Milano ha chiarito che il divieto di anatocismo non comporta alcun profilo di illegittimità con il diritto europeo, affermando  che l’eliminazione di una condizione gravosa quale l’anatocismo può, al contrario, agevolare la penetrazione delle banche estere nel mercato italiano”. Come precisato dal tribunale di Milano il divieto di anatocismo, enunciato dal nuovo articolo 120 T.U.B., è chiarissimo e non necessita di alcun intervento del CICR al quale può spettare solo l’individuazione delle modalità di applicazione e conteggio degli interessi.

 

“Il tribunale di Milano – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale dell’associazione – ha accertato un comportamento illecito di una delle più importanti banche italiane che conta quasi 11 milioni di correntisti ‘retail e personal’ per una quota del mercato italiano di circa il 15%. Secondo le nostre stime (complessivamente 2 miliardi all’anno di interessi anatocistici a favore dell’intero sistema bancario italiano) Intesa Sanpaolo potrebbe aver incassato dal 2014 circa 400 milioni di euro, considerando i consumatori e le imprese. Invitiamo la banca ad avviare urgentemente una procedura di conciliazione per restituire alla propria clientela gli interessi anatocistici illegittimamente incassati. La nostra associazione provvederà, altrimenti ad avviare una class action per tutelare i correntisti”.

Per info: sosbanche@movimentoconsumatori.it