Stop anatocismo. Nuove azioni inibitorie di Movimento Consumatori.


Dopo l’inibitoria dell’anatocismo da parte del tribunale di Milano che ha accolto i ricorsi cautelari di Movimento Consumatori nei confronti di ING Bank, BPM e Deutsche Bank, inibendo l’applicazione degli interessi sugli interessi,continua la campagna STOP ANATOCISMO di Movimento Consumatori.

Movimento Consumatori ha richiesto in questi giorni l’inibitoria cautelare di ogni pratica anatocistica anche nei confronti di Unicredit, Fineco, IntesaSanpaolo, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Regionale Europea e IW Bank (gruppo UBI), Banca d’Alba, Cariparma, Banca del Piemonte, Banca Sella.

“Tutte le banche devono cessare ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica – afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio MC – il tribunale di Milano accogliendo le azioni inibitorie dell’associazione, ha chiaramente affermato che dal 1° gennaio 2014 è vietata ogni forma di anatocismo; la mancata attuazione dell’art. 120 t.u.b. da parte del CICR, non legittima alcuna ulteriore pratica anatocistica. Come emerso dalla nostra indagine tutte le banche, nonostante il divieto hanno continuato ad applicare interessi anatocistici che per il 2014 hanno comportato l’addebito di interessi illegittimi stimati per tutte le banche italiane in oltre 2 miliardi di euro”.

“La nostra campagna – afferma il segretario generale MC, Alessandro Mostaccio – inizia già a portare significativi risultati, proseguiremo con ogni iniziativa diretta ad assicurare la definitiva cessazione dell’anatocismo nei rapporti bancari”.

MC invita tutti i correntisti intenzionati a ottenere la restituzione di interessi anatocistici a contattare l’associazione scrivendo a sosbanche@movimentoconsumatori.it. Le ordinanze del tribunale di Milano sono sul sito www.movimentoconsumatori.it.




Processo Fonsai. 1000 azionisti associati a Movimento Consumatori parti civili.

All’udienza che si è tenuta oggi nel processo Fonsai in corso a Milano, Movimento Consumatori ha richiesto la chiamata in giudizio di UnipolSai quale responsabile civile per risarcire gli oltre 1000 azionisti ex Fonsai e Milano Assicurazioni, costituiti parte civile grazie all’attività dell’associazione anche nel processo di Milano.

Il procedimento vede imputati l’ex vicepresidente di Milano Assicurazioni e l’ex dirigente addetto alla redazione dei bilanci della compagnia assicurativa, nonché l’attuario incaricato dalla medesima società. Le ipotesi di reato vanno dalla falsificazione del bilancio 2010 di Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni, all’alterazione del prezzo delle azioni Fonsai fino alla falsificazione della relazione sulle riserve dei sinistri RC Auto. Si tratta dello stesso filone di indagini per cui, nel gennaio 2014, era già stata fissata udienza preliminare avanti al GUP di Torino Boemio, che si era dichiarata territorialmente incompetente, disponendo la trasmissione degli atti alla procura di Milano.

“E’ ora che UnipolSai risarcisca gli azionisti danneggiati dai comportamenti posti in essere dagli imputati –commenta Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito & Risparmio di Movimento Consumatori – da tempo la nostra associazione ha chiesto alla compagnia di accantonare i fondi necessari per rispondere di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali, risarcendo tutti gli azionisti”.

Per ulteriori informazioni si può scrivere afonsai@movimentoconsumatori.it oppure rivolgersi allo Sportello del Consumatore on line (http://sportello.movimentoconsumatori.it).




ING Bank, BPM e Deutsche Bank condannate per anatocismo.


XXIl tribunale di Milano con due provvedimenti cautelari depositati lo scorso 14 aprile ha accolto le domande inibitorie proposte da Movimento Consumatori per inibire l’anatocismo nei conti correnti bancari dal 1° gennaio 2014.

Ing Bank, Banca Popolare di Milano e Deutsche Bank devono cessare ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori. Le banche sono state condannate a pubblicare il dispositivo del provvedimento sulle home page dei propri siti internet e a comunicarlo a tutti i consumatori  con le stesse modalità con le quali vengono inviati gli estratti di conto corrente.

“Le decisioni del tribunale di Milano chiariscono che dal 1° gennaio 2014 per le banche è vietata ogni forma di anatocismo – dice Paolo Fiorio,

coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori – gli interessi scaduti non possono più produrre nuovi interessi che devono essere conteggiati solo sul capitale. Questo divieto, enunciato dal nuovo articolo 120 t.u.b., è chiarissimo e non necessità di alcun intervento del CICR al quale può spettare solo l’individuazione delle modalità di applicazione e conteggio degli interessi. Come emerso dalla nostra indagine di gennaio, tutte le banche, nonostante il divieto operi ormai da ben 16 mesi, hanno continuato ad applicare gli interessi anatocistici che per il 2014 hanno comportato l’addebito di interessi illegittimi stimati per tutte le banche italiane in oltre 2 miliardi di euro. Non potevamo star fermi, è partita la campagna ‘Stop Anatocismo’ con le prime tre inibitorie”.

 

“La nostra campagna – afferma il segretario generale MC, Alessandro Mostaccio – inizia già a portare significativi risultati, proseguiremo con ogni iniziativa diretta ad assicurare la definitiva cessazione dell’anatocismo nei rapporti bancari. Invitiamo le banche a restituire gli interessi illegittimamente applicati nel corso del 2014 e il CICR a dare completa attuazione alla legge in tempi rapidi. Spero si rendano conto che è in gioco la credibilità del sistema bancario italiano”.

MC invita tutti i correntisti intenzionati a ottenere la restituzione di interessi anatocistici a contattare l’associazione scrivendo a sosbanche@movimentoconsumatori.it. Le ordinanze del tribunale di Milano sono sul sito www.movimentoconsumatori.it.




FONSAI. Il 5 maggio udienza a Milano.

Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Milano, Andrea Ghinetti accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Luigi Orsi, ha fissato per il 5 maggio 2015 la prima udienza dell’ultimo processo relativo al crack Fonsai. Il procedimento vede imputati, oltre a Gioachino Paolo Ligresti anche Pier Giorgio Bedogni, ex dirigente addetto alla redazione dei bilanci della compagnia assicurativa, e F. G., attuario incaricato dalla medesima società. Le ipotesi di reato vanno dalla falsificazione del bilancio 2010 di Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni, all’alterazione del prezzo delle azioni Fonsai fino alla falsificazione della relazione sulle riserve dei sinistri RC Auto. Si tratta dello stesso filone di indagini per cui, nel gennaio 2014, era già stata fissata udienza preliminare avanti al GUP di Torino Boemio, che si era dichiarata territorialmente incompetente, disponendo la trasmissione degli atti alla procura di Milano.

“L’udienza del 5 maggio – dice Corrado Pinna, che coordina i legali di Movimento Consumatori sul caso Fonsai – è l’ultima possibilità concessa agli azionisti di Fondiaria Sai, Milano Assicurazioni e Premafin, di costituirsi parti civili e chiedere il risarcimento dei danni subiti, a seguito del tracollo finanziario e del conseguente azzeramento di valore dei titoli Fonsai. Anche in questo processo, come in quello in corso a Torino, sarà possibile chiedere la citazione in giudizio di UnipolSai Assicurazioni, quale responsabile civile per gli illeciti commessi dagli imputati e magari ottenere il sequestro conservativo del patrimonio di Gioachino Paolo Ligresti, già oggetto di analogo provvedimento, disposto dal tribunale di Torino su beni di valore pari a circa 2 milioni di euro e, poi, decaduto in seguito alla dichiarazione di incompetenza da parte del GUP di Torino”.

 

“In un momento storico, come quello attuale – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – in cui si assiste spesso a tentativi di ostacolare la costruzione di un sistema efficace di norme contro la corruzione e l’inasprimento di pene per reati come il falso in bilancio è di vitale importanza non abbassare la guardia, tenendo il più possibile desta l’attenzione dell’opinione pubblica. Anche questa volta MC sarà al fianco dei risparmiatori offrendo loro il supporto qualificato di consulenti e legali che potranno consigliare e assistere chi ha perso quanto investito”.

Per ricevere le informazioni necessarie a perfezionare la costituzione di parte civile nel processo di Milano, si può scrivere a fonsai@movimentoconsumatori.it oppure rivolgersi allo Sportello del Consumatore on line (http://sportello.movimentoconsumatori.it/).




UBER: Movimento Consumatori presenta un esposto all’Antitrust

Movimento Consumatori ha oggi richiesto l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per indagare su pratiche commerciali scorrette nel servizio Uber Pop.

I comportamenti posti sotto la lente d’ingrandimento dell’Authority consistono nella promozione di un’attività vietata in Italia dalla normativa sui taxi, nella pubblicazione di informazioni ingannevoli sulla sicurezza e affidabilità del servizio e nell’adozione di clausole vessatorie e illecite.

La società statunitense, con sede legale in Olanda, si presenta infatti come intermediario tra il consumatore e l’autista, ma di fatto gestisce e organizza un servizio che è attualmente vietato dalle leggi italiane, con la conseguenza che – diversamente da quanto pubblicizzato sul sito – è direttamente responsabile di tutto ciò che può avvenire sui propri “taxi” ed è tenuta a rispettare non soltanto la normativa di settore, ma anche quanto previsto dal Codice del Consumo nei rapporti contrattuali con gli utenti.

 

“Il servizio di trasporto su taxi è ancora un servizio pubblico – afferma Marco Gagliardi, responsabile settore trasporti Movimento Consumatori – e multinazionali che monopolizzano la Rete non possono violare le normative esistenti in Italia. Solo un processo guidato e normato di liberalizzazione del mercato potrà garantire la tutela degli utenti, non soltanto nell’obiettivo di contenere le tariffe, ma di stimolare la concorrenza, nel massimo rispetto dei diritti e della sicurezza dei cittadini”.

“Per Movimento Consumatori  – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – è essenziale che queste nuove forme economiche vengano monitorate per distinguere, da subito, tra nuove tipologie di business (che come tali devono rispettare tutte le normative vigenti) e forme di economia collaborativa e mutualistica non indirizzate esclusivamente al profitto. I casi che si stanno delineando ultimamente sono quelli di concentrazione di grandi player e big della Rete uniti a grandi capitali che nulla hanno a che vedere con la sharing economy”.

“Le associazioni di consumatori  – continua Mostaccio – hanno ora il dovere di non chiudere gli occhi su un nuovo modello di business che  porta sì una diminuzione dei prezzi, ma non rispetta le leggi vigenti.

Del resto anche a livello europeo si inizia ad avere un’attenzione particolare per il tema della sharing economy: nel corso dell’ European Consumer Day, tenutosi ieri a Bruxelles, il commissario Vĕra Jourová ha sottolineato come dalle grandi opportunità arrivino anche grandi responsabilità e i diritti dei consumatori, le norme di salute e sicurezza devono essere rispettate, non indebolite”.

L’esposto inviato all’Agcm è presente sul sitowww.movimentoconsumatori.it




Azioni Veneto Banca: Movimento Consumatori tutela gli azionisti

Da mesi le azioni Veneto Banca sono invendibili e la loro quotazione è incerta. Movimento Consumatori segue l’evoluzione della vicenda e offre informazioni e assistenza agli azionisti.

La società di Montebelluna rientra tra le banche popolari in attesa dell’approvazione del decreto legge del Governo, prevista per la seconda metà di marzo per la trasformazione in società per azioni, e nelle scorse settimane ha rassicurato il mercato sulla propria solidità patrimoniale.

Nel 2013 è stata però oggetto di ispezioni della Banca d’Italia che ha formulato contestazioni sull’organizzazione e i controlli interni e ipotesi di violazione del Testo Unico Bancario, con conseguente procedimento sanzionatorio per complessivi 2 milioni e 774 mila euro, e di recente ha subito ispezioni dalla Consob.

Ma soprattutto oggi i risparmiatori in possesso di azioni Veneto Banca non solo non sono in condizione di ottenerne la liquidazione – in quanto titoli che rientrano per definizione tra i prodotti finanziari “illiquidi” (azioni di una società cooperativa non quotate sui mercati regolamentati), ma potrebbero subire rimborsi sensibilmente inferiori al prezzo d’acquisto.

Sulla banca di Montebelluna sono in corso inchieste della procura di Treviso e della procura di Roma che coinvolgono i vertici dell’ex consiglio di amministrazione, non solo per crediti elargiti a clienti che non avevano le necessarie garanzie, ma anche per il reato di aggiotaggio, per informazioni false trasmesse alla Bancad’Italia: sarebbe stato in particolare diffuso un valore dell’azione Veneto Banca non rispondente al vero, giudicato dalla Banca incoerente con il contesto economico della società, con conseguente danno per gli azionisti che potrebbero aver acquistato negli anni scorsi a un prezzo superiore a quello reale.

Movimento Consumatori negli ultimi mesi ha inoltre riscontrato nella vendita di azioni a piccoli risparmiatori violazioni della Testo Unico Finanziario, in quanto sono stati consigliati investimenti inadeguati e inappropriati in titoli che non si possono smobilizzare, in alcuni casi con eccessiva concentrazione nel portafoglio, non solo di Veneto Banca ma anche di altre banche locali.

Per una verifica sull’operato della Banca, per avere informazioni o assistenza, è possibile contattare l’associazione all’email sosbanche@movimentoconsumatori.it.