Ogm. Movimento Consumatori plaude al decreto che introduce il reato di violazione del divieto di coltivazione

Il decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 ha finalmente introdotto adeguate sanzioni (reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa da 10.000 a 30.000 euro) per la violazione del divieto di coltivazione di Ogm. Movimento Consumatori plaude all’introduzione di questo reato nell’ordinamento italiano.
“Siamo soddisfatti – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – di questa decisione del Governo, espressa con l’art. 4 comma 8 del decreto legge n.91, di introdurre nel nostro ordinamento un apposito reato penale per punire coloro che violino il divieto di coltivare Ogm nel nostro Paese.

E’ il risultato anche delle ripetute e fondate richieste da parte della task force per un’Italia libera da Ogm cui la nostra associazione ha aderito ed è il segno inequivocabile che l’Italia ha sugli Ogm le idee chiare. Confidiamo che il Governo italiano e i nostri parlamentari europei lavorino a livello europeo cercando la convergenza del più ampio consenso sulla posizione italiana”.

 




7 minuti per aiutarci a capire come evitare lo spreco alimentare

COMPILA IL QUESTIONARIO

Movimento Consumatori, insieme ad Adiconsum e Cittadinanzattiva, promuove un’indagine in Lombardia su come si generano  eccedenze alimentari a livello domestico e come si può evitare che diventino spreco.

L’obiettivo dell’indagine è quello di monitorare quali le ragioni per cui in casa si creano delle eccedenze alimentari e quali sono le  pratiche che i consumatori adottano per prevenire gli sprechi alimentari sia nel momento dell’acquisto che in quello del consumo.

Aiutaci anche tu, clicca subito sul link evidenziato e compila il questionario. Bastano 7 minuti per aiutarci a capire e per contribuire a costruire un futuro migliore. Grazie!

L’indagine ai svolge nell’ambito del progetto “L’EXPO DEL CONSUMATORE: RISPARMIA-TI LO SPRECO!” realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento 2013 della Regione Lombardia con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico con il patrocinio del Comitato Scientifico di Expo 2015.




Riforma del terzo settore. Il contributo di Movimento Consumatori

L’associazione ha redatto un contributo per la consultazione pubblica avviata dal Governo che si concluderà il 13 giugno prossimo

Il 27 giugno, il Governo presenterà la tanto attesa riforma del Terzo settore e il 13 giugno prossimo si concluderà la consultazione pubblica lanciata nelle scorse settimane. Di seguito, un estratto della proposta di MC:

Premessa

Movimento Consumatori riconosce l’importanza di una riforma organica del Terzo Settore, che ne aggiorni e potenzi le ‘fondamenta giuridiche’ restituendogli forma, identità e trasparenza. Come associazione di consumatori vogliamo ‘confessare’ però una ulteriore aspirazione, che questa riforma sia l’occasione per aiutare il nostro Paese a cambiare orizzonte culturale: tendendo, per la prima volta, verso l’affermazione del principio di legalità.

La proposta

Pensiamo che il Terzo Settore ed in particolare l’associazionismo di promozione sociale possa contribuire all’affermazione del principio di legalità se è messo nelle condizioni di accedere realmente alla giustizia in nome di interessi collettivi. Per Movimento Consumatori questa riforma dovrebbe creare gli strumenti (o meglio rivedere tutti quelli già esistenti) per rendere effettivo l’accesso alla giustizia della associazioni che si siano costituite proprio per tutelare, difendere e promuovere i diritti di cui chiedono accesso alla giustizia, ottenendo che chi ha sbagliato non possa reiterare gli illeciti e risarcisca i danni. Non ci riferiamo solo alla materia del consumo, di fondamentale importanza per lo squilibrio tra consumatore e imprese, ma, anche alla materia ambientale, dei diritti civili, del diritto alla salute. Chiediamo, insomma che la lesione degli interessi collettivi possa trovare una risposta vera, anche di natura risarcitoria nell’ordinamento italiano. Questa semplice e poco costosa (per lo Stato) riforma, grazie al suo reale potere deterrente nei confronti illeciti commerciali, ambientali e malasanità, ad esempio, contribuirebbe invece, a far emergere, questa volta in positivo, tutta quella imprenditorialità che già si è data, come limite al proprio diritto di fare profitti, una propria etica sociale di impresa (responsabilità sociale di impresa) alimentando di fatto una nuova etica di mercato intesa come rispetto delle regole di comunità e come rispetto dei ben comuni. Nel nostro Paese, ‘formalmente’, è già previsto il diritto delle associazioni di promozione sociale di promuovere azioni giurisdizionali ad esempio per intervenire in giudizi civili e penali per il risarcimento dei danni derivanti dalla lesione di interessi collettivi concernenti le finalità generali perseguite dall’associazione, ma il vissuto ci insegna che, raramente i cittadini organizzati in associazioni riescono a difendere i diritti collettivi (civili, ambientali, di consumo). Si ritiene essenziale promuovere e affermare la tutela dei diritti collettivi dei cittadini/consumatori tramite una migliore esplicitazione degli strumenti giudiziari a disposizione delle associazioni e in particolare delle aps nonché tramite la revisione della disciplina del gratuito patrocinio e del risarcimento degli interessi collettivi e della costituzione di parte civile. In tal senso si chiede al Governo di riflettere se oltre a riformare l’accesso alla giustizia per le associazioni, possa essere opportuno provvedere anche ad una radicale riforma della class action permettendole così di divenire un vero strumento di deterrenza portandola fuori dal ristretto ambito del consumerismo per aprirla a contesti nuovi e diversi quali quelli in cui operano le associazioni di promozione sociale, insomma, una class action, per le associazioni di promozione sociale (sulla riforma della class action per renderla uno strumento efficace estendendola eventualmente a tutte le aps, siamo disponibili ad uno specifico focus).

Dal punto di vista fiscale

Si chiede che si smetta di applicare l’IRAP sulle APS che non svolgono attività commerciale. L’esenzione, oggi vale solo per le ONLUS ed è facoltativa, le regioni, i comuni, le province possono prevederla o meno. Per questo Movimento Consumatori chiede che la riforma recuperi una discriminazione delle APS nei confronti delle ONLUS che non è giustificata prevedendo però l’esenzione per legge nazionale, eliminando ogni discrezionalità da parte degli enti locali e delle regioni. Non è possibile che un’associazione venga tassata se crea lavoro. Le APS non sono associazioni di volontariato. Hanno potenzialità occupazionali considerevoli. Ma ad oggi se Movimento Consumatori, ad esempio, prende a contratto a progetto 3 persone per realizzare un progetto di educazione alimentare nelle scuole, dovrà pagare l’IRAP per aver creato lavoro, pur non avendo creato profitto/utile tramite quel lavoro che è stato impiegato per realizzare un progetto di utilità sociale e non utili per i soci. La beffa ulteriore è che l’IRAP non è oltretutto mai una voce rendicontabile nei costi del progetto che ha comportato le ‘assunzioni’, divenendo, in questo modo, più che un costo, un vero e proprio ‘buco’ per l’associazione.

 




Processo Fonsai di Milano. Movimento Consumatori: l’Ivass non si e’ costituita parte civile: atto grave per un’autorita’ di tutela e di controllo

Nel corso dell’udienza preliminare di ieri a Milano del processo che vede imputati per corruzione Salvatore Ligresti e l’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini per il reato di corruzione (viene contestato a Giannini di aver rallentato e ostacolato l’ispezione disposta nei confronti del gruppo Fondiaria) e in cui MC ha depositato l’atto di costituzione di parte civile, 
l’Ivass è stata la grande assente. Pur riconosciuta come parte offesa del reato di corruzione non si è costituita parte civile, rinunciando così a supportare la richiesta di condanna avanzata dalla Procura milanese e a richiedere il risarcimento del danno provocato che l’Ivass, quale responsabile civile, dovrà risarcire a migliaia di azionisti danneggiati.

“Riteniamo che la mancata costituzione dell’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni sia un fatto gravissimo  – afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito & Risparmio MC – in quanto i comportamenti attribuiti a Giannini sono idonei a danneggiare la fiducia e l’integrità dei mercati nonché l’autorevolezza dell’Autorità di controllo. In queste situazioni, coltivare le azioni dirette al risarcimento del danno da parte dei soggetti responsabili è un atto doveroso per ogni amministrazione pubblica che operi a tutela dei cittadini. Invitiamo quindi l’Ivass a costituirsi parte civile e a collaborare con la procura per l’accertamento delle responsabilità proprie e dei suoi alti esponenti aziendali”. Movimento Consumatori, non appena verrà disposto il rinvio a giudizio dell’ex presidente dell’allora Isvap, provvederà al deposito degli atti di costituzione di parte civile da parte dei 1000 azionisti Fonsai che si sono rivolti all’associazione per costituirsi parte civile nei processi torinesi. Nel corso del dibattimento MC e gli azionisti danneggiati chiameranno anche l’Ivass, quale responsabile civile, a risarcire i danni. Per informazioni gli azionisti possono scrivere a fonsai@movimentoconsumatori.it.




Elezioni europee, sprecata campagna elettorale senza parlare del ttip. Movimento Consumatori aderisce a campagna “stop ttip” e chiede che vengano resi pubblici gli atti del trattato, ad oggi, secretati

Domenica eleggiamo il Parlamento europeo che sarà chiamato ad approvare Il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti attualmente oggetto di negoziati volutamente segreti.

“Questo trattato  – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale di Movimento Consumatori – è qualcosa di più di una semplice trattativa di liberalizzazione commerciale, perché rischia di completare l’opera di deregolamentazione di interi settori economici, rafforzando il potere delle grandi corporation su cittadini e sulle loro nazioni (ad esempio, permettendo che una Paese debba pagare risarcimenti a una multinazionale se adotta una legge di tutela ambientale considerata restrittiva). Chi ha di più da perdere è l’Europa a tutto vantaggio delle multinazionali USA. Stiamo parlando di finanza, servizi pubblici, sicurezza alimentare e agricoltura (ad esempio, le norme sulle tipicità, sui pesticidi, sugli OGM, sugli ormoni nelle carni in Europa sono sicuramente molto più restrittive di quelle americane), proprietà industriale”. 
”Ad oggi  – continua Mostaccio – non sappiamo quale è la posizione dell’Italia in Europa. Movimento Consumatori chiede che l’Italia chiarisca la propria posizione e imponga all’Ue la desecretazione dei contenuti dei trattati dimostrando di avere a cuore la libertà di informazione ed il rispetto stesso delle istituzioni democratiche italiane (in primis il Parlamento). Fino a quando non verranno resi pubblici i contenuti degli accordi, Movimento Consumatori aderisce con forza alla campagna “STOP TTIP”, ringraziando le organizzazioni no profit italiane e internazionali che già da qualche mese hanno iniziato ad allertarsi e oggi anche a coordinarsi”.




Trasporti ferroviari. Da oggi l’Italia si allinea all’Europa: i passeggeri possono far valere i loro diritti. Movimento Consumatori offre assistenza per inviare reclami e segnalazioni.

Entra oggi in vigore il decreto legislativo n. 70/2014 che attribuisce all’Authority dei trasporti il potere sanzionatorio sulle imprese ferroviarie in caso di violazione dei diritti dei passeggeri. Per mancata informazione su ritardi, soppressione dei treni, violazione dell’obbligo di trasporto di biciclette, inefficienze nella vendita dei biglietti, inosservanza degli obblighi nel risarcimento dei danni a passeggeri e bagagli, scarsa assistenza ai passeggeri

e in particolare ai disabili – ma non in caso di ritardi e scarsa pulizia – i passeggeri potranno prima presentare un reclamo e, decorsi 30 giorni, presentare in seconda istanza reclamo all’Autorità che accerterà le violazioni e applicherà le sanzioni che vanno da un minimo di 150 a un massimo di 20 mila euro. L’Autorità è ora tenuta ad adottare procedure, anche telematiche, per la ricezione delle segnalazioni.“Finalmente Trenitalia dovrà impegnarsi a rispettare standard di qualità del servizio europei non solo nell’alta velocità ma anche in ambito di trasporti regionali” afferma Marco Gagliardi, responsabile del settore Trasporti MC – restano però spazi da riempire per avere una tutela piena, ad esempio, introducendo sanzioni in caso di ritardi sistematici e scarsa pulizia, così come indennizzi forfettari a vantaggio diretto dei passeggeri e procedure di conciliazione”.Le sedi di MC forniscono assistenza sia nella compilazione dei reclami contro Trenitalia e altri gestori, che nella raccolta delle segnalazioni all’Autorità dei Trasporti.

Indirizzi e recapiti delle sedi di Movimento Consumatori sono presenti sul sito www.movimentoconsumatori.it