FIR – online la presentazione delle domande di indennizzo

Importante ggiornamento riguardante il Fondo Indennizzo risparmiatori:

Sulla G.U. 195 del 21 agosto 2019 è stato pubblicato il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze che ha introdotto alcune modifiche al precedente decreto ministeriale del 10 maggio 2019 di attuazione della legge 30 dicembre 2018 n. 145 (istitutiva del FIR) e che ha fissato la decorrenza del termine iniziale per la presentazione delle domande di indennizzo.

Pertanto, a partire dal 22 agosto 2019 e per i 180 gg seguenti, così come previsto dall’art. 1 del decreto ministeriale del 8 agosto 2019, i risparmiatori che hanno subìto un pregiudizio ingiusto da parte di banche e loro controllate aventi sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1 gennaio 2018 possono chiedere l’indennizzo al FIR, se in possesso di tutti i requisiti previsti dalla normativa.

Al seguente link potete trovare tutte le istruzioni per la compilazione della domanda: https://fondoindennizzorisparmiatori.consap.it/Domanda

Di seguito gli allegati da presentare insieme alla domanda:

Attestazione banca depositante
Delega con firma autenticata o Procura speciale
Dichiarazione autenticata relativa all’eventuale stato di successione



Fondo indennizzo risparmiatori

E’ online il portale informativo del Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR).

A giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in attuazione del Decreto Crescita, che dà il via alla procedura di indennizzo a favore delle vittime dei crac bancari, grazie al Fondo di Indennizzo Risparmiatori (FIR), con una dotazione di 1,5 miliardi.

Il Fondo prevede indennizzi automatici per chi rientra in determinate categorie oppure subordinati ad un processo di verifica di una Commissione tecnica.

Gli indennizzi spettano a risparmiatori in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa (tra cui Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza) dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018, a causa delle numerose violazioni degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza.

Per accedere al FIR è costituita una Commissione tecnica indipendente per la valutazione delle domande, le cui attività di supporto sono affidate alla Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici).

La Consap ha reso operativa una piattaforma informatica per fornire al pubblico informazioni chiare e complete in merito alle modalità di presentazione delle domande.
Trovate il portale a questo indirizzo https://fondoindennizzorisparmiatori.consap.it/

 




Chiusura stadio San Siro

A seguito dei cori razzisti contro il giocatore Koulibaly del Napoli e degli scontri fuori dallo stadio del 26 dicembre scorso, 37 mila abbonati dell’Inter non potranno assistere alla partita Inter-Sassuolo di sabato e gli abbonati alla curva nord alla partita Inter – Bologna del 3 febbraio prossimo.

Movimento Consumatori, già all’inizio della stagione, ha contestato a FC Internazionale la vessatorietà e l’illegittimità della clausola del contratto di abbonamento che prevede l’esclusione di un rimborso per gli abbonati in caso di chiusura dello stadio o di settore per fatti e/o eventi non dipendenti da responsabilità diretta della Società.

Oggi l’associazione, al fine di evitare che la clausola venga applicata in caso di richieste di rimborso da parte degli abbonati che non si sono resi responsabili di comportamenti antisportivi e che non potranno assistere alle prossime partite, ha inviato una nuova diffida all’Inter per chiedere di non applicare la clausola che dovrà essere eliminata dalle condizioni di abbonamento.

“Riteniamo che l’Internazionale – afferma Marco Gagliardi dell’ufficio legale di Movimento Consumatori – debba proteggere la parte sana della tifoseria e, nel rispetto di quanto previsto dal Codice del consumo, rimborsare coloro che non hanno colpe. E’ una richiesta che stiamo rivolgendo, in alcuni casi con successo, a tutti i club di serie A”.

In caso di mancata risposta da parte della Società alla diffida, MC avvierà un’azione collettiva davanti al tribunale di Milano.

Per richiedere il rimborso potete andare sullo sportello online del Movimento Consumatori e seguire le istruzioni.




Banche Venete: fondo ristoro

COMUNICATO STAMPA CONSOB DEL 24 SETTEMBRE 2018

È al nastro di partenza la procedura per la richiesta di ristoro da parte dei risparmiatori danneggiati, che hanno perso i propri soldi investendo in titoli emessi dalle  banche poste in risoluzione a fine 2015 (Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti) e in liquidazione coatta amministrativa nel giugno 2017 (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca).

Sul sito della Consob (www.consob.it) sono stati pubblicati, infatti, in home page l’Avviso e il relativo modulo per fare domanda. L’avvio della procedura è effetto dell’entrata in vigore, il 22 settembre scorso, di una norma di legge contenuta nel cosiddetto decreto “Milleproroghe” (articolo 11, comma 1-bis del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, convertito con la legge n. 108 del 21 settembre 2018).

Beneficiari sono i risparmiatori che hanno già presentato ricorso all’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), istituito presso la Consob e che abbiano ottenuto, ovvero otterranno entro il 30 novembre prossimo, una decisione a loro favorevole.

In base alla disposizione di legge, il rimborso è pari  al 30% del danno liquidato dall’Acf, con un tetto massimo di 100.000 euro.

Le domande possono essere presentate anche dai  risparmiatori che abbiano sottoscritto titoli emessi da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca tramite le loro rispettive controllate, Banca Nuova e Banca Apulia.

Le richieste vanno indirizzate a Consob attraverso l’apposito modulo, seguendo le istruzioni dell’Avviso.

Qui il Comunicato stampa Consob del 24.9.2018




Fatturazione a 28 giorni. MC: appello agli operatori

Movimento Consumatori chiede agli operatori di non impugnare la nuova delibera AGCOM ma di renderla l’occasione per voltare pagina: dite la verità agli azionisti e ai clienti.

 L’Agcom ha deciso ieri che entro il 31 dicembre 2018 Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb dovranno restituire in bolletta i giorni illegittimamente erosi agli utenti con le fatture a 28 giorni. Il calcolo dei giorni di servizio che ciascun operatore dovrà riconoscere in fattura dovrà riguardare il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile.

Tempo fa, l’Agcom aveva diffidato gli operatori a far venir meno gli effetti dell’illegittima fatturazione a 28 giorni delle bollette emesse successivamente al 23 giugno 2017. Dopo le indicazioni del Tar del Lazio, che chiedeva di contemperare i diritti degli utenti con le esigenze di sostenibilità economico-finanziaria da parte delle aziende, l’Autorità ha ora stabilito il nuovo termine entro cui gli operatori dovranno ottemperare a quanto richiesto nei provvedimenti di diffida.

“Ci appelliamo a tutti gli operatori telefonici attivi in Italia – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori – perché accettino e adempiano a quanto sancito dall’Agcom con la delibera di ieri senza impugnarla al Tar. Riconoscano questa delibera come ragionevole e colgano l’occasione per interrompere un braccio di ferro senza frontiere con consumatori,  associazioni di consumatori, autorità di controllo e parlamento che dura ormai oltre ogni ragionevole previsione. Cogliete l’occasione, dite ai vostri azionisti che questa battaglia non la vincerete mai e smettete di resistere anche in tutti i giudizi in cui la nostra associazione vi ha legittimamente e vittoriosamente coinvolti (vedi l’articolo: Tribunale di Milano conferma che la fatturazione a 28 giorni è illegittima). Iniziate una nuova stagione all’insegna del rispetto della concorrenza e dei vostri clienti o sarà davvero il segno che con un unico operatore pubblico in regime di monopolio stavamo molto, ma molto meglio”.




Tribunale di Milano conferma che la fatturazione a 28 giorni e’ illegittima

Respinti i reclami di Wind, Fastweb e Telecom contro Movimento Consumatori. L’associazione: ora Compagnie restituiscano 1,2 miliardi di euro ai propri clienti

Con tre ordinanze pubblicate lo scorso 5 giugno, il tribunale di Milano ha sostanzialmente respinto i reclami proposti da Telecom, Wind e Fastweb ed ha accolto il reclamo incidentale di Movimento Consumatori.

Il tribunale ha confermato l’illegittimità della fatturazione a 28 giorni praticata dalle maggiori compagnie telefoniche. Ha inibito Telecom, Wind e Fastweb ad applicare le clausole per non risarcire i consumatori e per respingere ogni richiesta di rimborso o di storno imposta dall’Agcom.

Le unità temporali fondate sui moti lunari (28 giorni) sono state abbandonate nella cultura occidentale da oltre 2.000 anni in luogo delle unità a base mensile, come ha ben rilevato il Tribunale di Milano accertando che, seppure con una valutazione sommaria, il comportamento degli operatori telefonici è lesivo degli interessi dei consumatori e costituisce una pratica commerciale scorretta.

Il tribunale ha quindi inibito l’uso e gli effetti delle clausole eliminando ogni possibilità per le compagnie di continuare a sostenere la legittimità della fatturazione a 28 giorni.

Le compagnie telefoniche sono state condannate alla pubblicazione di un estratto del provvedimento sui rispettivi siti internet, sui maggiori quotidiani (ad eccezione di Fastweb) e ad inviarlo in allegato alle fatture di ogni cliente.

I tempi sono maturi perché le compagnie telefoniche restituiscano in tempi brevi quanto incassato illegittimamente dai propri clienti. Secondo le nostre stime, oltre 1.2 miliardi di euro. In caso contrario, la nostra associazione continuerà la propria battaglia giudiziaria avviando anche una class action.