MPS III: gli azionisti possono ancora costituirsi parte civile entro il 26 giugno

Venerdì scorso, circa 4000 investitori, per la maggior parte piccoli risparmiatori, e associazioni di consumatori si sono presentati al Tribunale di Milano per chiedere di essere ammessi come parti civili nell’udienza preliminare del processo che vede imputati quattro ex manager della banca senese: Alessandro Profumo, Massimo Tononi, Fabrizio Viola e Arturo Betunio.

Le accuse contro gli ex amministratori sono di presunte irregolarità nella contabilizzazione dei crediti deteriorati nelle relazioni dei bilanci del 2014 e 2015 e nella relazione semestrale del 2016. In particolare, gli imputati sono accusati di false comunicazioni sociali, falso in prospetto e manipolazione del mercato.

La giudice Fiammetta Modica ha disposto un rinvio su richiesta delle difese degli imputati per consentire di valutare le migliaia di richieste di costituzione di parte civile, tra le quali non figurano quelle della stessa banca, Consob e Bankitalia. La prossima udienza è stata fissata per il 26 giugno. In tale udienza sarà ancora possibile il deposito di nuove costituzioni di parte civile.

Il Movimento Consumatori, che ha raccolto l’adesione di oltre 300 azionisti, di cui oltre 100 solo nelle province lombarde, si è costituito parte civile nell’udienza preliminare di venerdì scorso e invita gli azionisti che abbiano acquistato e detenuto le azioni tra il 2014 e il 2016 a rivolgersi all’associazione per costituirsi parte civile. Si tratta di reati gravissimi che hanno duramente danneggiato la più antica banca del mondo e decine di migliaia di azionisti che hanno creduto nell’operato di top manager risultati inaffidabili. L’unione dei piccoli risparmiatori è fondamentale, affinché siano riaffermati i principi di correttezza e legalità che devono essere rispettati dagli amministratori delle società quotate che auspichiamo verranno condannati per i reati di cui sono imputati.

Movimento Consumatori, tramite legali convenzionati sul territorio, continua ad assistere gli azionisti che desiderino cercare un risarcimento per il danno subito a causa di tali reati.

Per chi è interessato a costituirsi parte civile nel processo “MPS III” può contattarci al numero 02.80583136 oppure scriverci all’indirizzo info@movimentoconsumatorimilano.it.




MPS: Movimento Consumatori assiste gli azionisti

I risparmiatori che hanno investito in azioni MPS tra inizio 2014 e fine 2016 hanno un’ultima occasione per cercare un risarcimento dei danni subiti.

Entro il 12 maggio, è possibile costituirsi nel processo penale “MPS III” tramite Movimento Consumatori. Questa è l’ultima udienza in cui sarà possibile costituirsi.

Movimento Consumatori invita gli azionisti ad agire tempestivamente e a raccogliere la documentazione necessaria, costituita dall’attestazione di continuato possesso delle azioni o documenti equivalenti che dimostrino il possesso delle azioni nel periodo 2014-2016.

La documentazione deve poi essere inviata al più presto al legale incaricato che farà una prima valutazione circa la possibilità di costituzione di parte civile.

Valutazione che verrà svolta gratuitamente a favore dei soci del Movimento Consumatori.

Il processo penale “MPS III” riguarda reati di falso in bilancio e false comunicazioni sociali, nonché falso in prospetto informativo relativi alla sopravvalutazione di crediti NPL (crediti deteriorati) commessi tra aprile 2014 e luglio 2016.

Movimento Consumatori, tramite legali convenzionati sul territorio, è pronto ad assistere gli azionisti che desiderino cercare un risarcimento per il danno subito a causa di tali reati.

Per chi è interessato a costituirsi parte civile nel processo “MPS III” può contattarci al numero  02.80583136 oppure scriverci all’indirizzo info@movimentoconsumatorimilano.it.

E’ importante agire subito, poiché il termine per la presentazione della domanda di costituzione di parte civile scade il 12 maggio 2023.




Processo Mps: Movimento Consumatori assiste i risparmiatori per le richieste di risarcimento per l’acquisto di azioni e obbligazioni

Nel corso degli ultimi mesi, il tribunale di Milano, Sezione II Penale, con due diverse sentenze – la prima dell’8 novembre 2019 nei confronti dei vecchi vertici di Monte dei Paschi di Siena S.p.A. che hanno retto la banca fino al 2012 e la seconda dello scorso 15 ottobre nei confronti del presidente, dell’amministratore delegato e del presidente del Collegio sindacale in carica sino al 2015 – ha condannato gli ex vertici della banca che complessivamente hanno retto l’Istituto per quasi un decennio, per i reati di false comunicazioni sociali, falso in prospetto e manipolazione del mercato.

Il tribunale di Milano inoltre, con queste due pronunce che rendono finalmente giustizia ai tantissimi risparmiatori che hanno visto andare in fumo i risparmi investiti nei titoli MPS, ha condannato la banca senese e (nel primo processo) anche le banche straniere Nomura e Deutsche Bank, al risarcimento del danno subito dagli azionisti costituiti parte civile, molti dei quali associati del Movimento Consumatori assistiti dai legali dell’associazione.

Le condotte dei vertici della banca sanzionate dai giudici penali coprono, per il primo processo, il periodo che va dall’aprile 2008 al novembre 2012, per il secondo processo il periodo che va dall’aprile 2013 all’agosto 2015: nel corso di questi anni, chi ha scelto di investire i propri risparmi nei titoli della banca o di non vendere le azioni acquistate prima del 2008, lo ha fatto sulla base di dati di bilancio e informazioni al mercato che nascondevano la reale situazione di dissesto nella quale si trovava l’istituto.

La condanna al risarcimento del danno subito dalle parti civili, pronunciata nelle due sentenze, costituisce un’importantissima vittoria dei risparmiatori danneggiati dai reati compiuti dai vertici dell’Istituto, ma autorizza anche i tanti azionisti che non si sono costituiti parte civile nei due processi a sperare di poter ottenere un risarcimento.

 




Estinzione anticipata prestiti: Condannate anche Compass, Futuro e Agos grazie a azioni collettive MC

Il tribunale di Milano ha accolto tre ricorsi presentati da Movimento Consumatori e ha accertato la nullità delle clausole contrattuali utilizzate da Compass, Futuro e Agos fino al mese di aprile 2020 che regolano l’estinzione anticipata dei contratti di credito con i consumatori e che prevedono la non rimborsabilità di tutti i costi sostenuti. Il tribunale, con tre provvedimenti in via d’urgenza, in sede di reclamo, ha affermato l’applicabilità della sentenza Lexitor della Corte di giustizia dello scorso 11 settembre per tutti i contratti stipulati a partire da settembre 2010 e fino a dicembre 2019.

Nel corso del giudizio, le società finanziarie hanno sostenuto l’inapplicabilità della sentenza della Corte di giustizia per tutte le estinzioni anticipate precedenti al 5 dicembre 2019, data in cui la Banca d’Italia ha emanato una circolare che invitava gli intermediari ad adeguarsi al diritto europeo. Il tribunale di Milano, confermando quanto già deciso dal tribunale di Torino, ha inibito alle tre società il comportamento illegittimo consistente nella riduzione dei soli costi recurring (ovvero correlati ad attività destinate a svolgersi nel corso dell’intero rapporto) e non del costo totale del credito comprensivo delle spese fisse, di istruttoria finanziate, dei costi up-front o istantanei o comunque non dipendenti dalla durata del prestito, in caso di estinzione anticipata dei contratti di credito ai consumatori prima del 4 dicembre 2019.

Nei prossimi 60 giorni, le società finanziarie dovranno comunicare l’illegittimità delle clausole e i diritti dei consumatori ad ottenere la restituzione dei costi up-front con una pubblicazione sui loro siti Internet e con una comunicazione indirizzata a tutti i clienti.

“Le ordinanze del tribunale di Milano, che arrivano dopo quella del tribunale di Torino con cui abbiamo ottenuto a settembre scorso la condanna di Santander – afferma Paolo Fiorio, legale che ha assistito l’associazione nel giudizio – potranno portare significativi benefici a decine di migliaia di consumatori. Auspichiamo che Compass, Futuro e Agos ottemperino al più presto ai provvedimenti del tribunale e rimborsino volontariamente tutti i consumatori. In caso contrario, avvieremo una class action”.

“In forza di queste ordinanze – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – gli intermediari non hanno più alibi e sono chiamati a rimborsare i consumatori che hanno estinto i prestiti prima del 5 dicembre 2019. Riteniamo che ci si trovi di fronte ad un comportamento coordinato illegittimo e anticoncorrenziale da parte delle società finanziarie e per questo chiederemo l’intervento dell’Antitrust. Al più presto inoltre auspichiamo che la Banca d’Italia nell’esercizio delle proprie funzioni di vigilanza e di tutela della clientela prenda una posizione chiara in merito, obbligando tutti gli intermediari ad ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia anche per le estinzioni precedenti alla propria circolare del dicembre 2019”.

L’ordinanza del tribunale di Milano su Compass

L’ordinanza del tribunale di MIlano su Futuro

L’rodinanza del tribunale di Mliano su Agos




FIR: nuova proroga dei termini di scadenza per l’invio delle domande

Per gli azionisti e titolari di obbligazioni subordinate emesse da banche in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018 (Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e le loro controllate, vedi sezione FIR) secondo quanto previsto dal decreto Cura Italia il termine per il deposito della domanda di indennizzo sulla piattaforma gestita dalla Consap è prorogato dal 18 aprile 2020 al 18 giugno 2020.

Altra novità introdotta dal decreto è la previsione di un anticipo, prima del pagamento integrale successivo al piano di riparto previsto dalla l. 158/2018 (art. 1 c. 493 e ss.), sia a favore degli azionisti che degli obbligazionisti, nel limite massimo del 40% dell’importo deliberato dalla Commissione tecnica, successivamente alla chiusura dell’istruttoria sulla pratica. E’ dunque prevista la “possibilità” di ottenere il 40% (i) del 30% di quanto investito nelle azioni e (ii) del 95% di quanto investito nelle obbligazioni subordinate.

Ricordiamo che è possibile avvalersi dell’attività dei legali incaricati dalla nostra associazione di assistere gli azionisti delle Banche venete sottoposte a liquidazione coatta amministrativa. Per qualsiasi informazione e per prendere appuntamento per la verifica della documentazione è possibile chiamare il numero 02.80583136.




FIR: proroga presentazione domande

Come riportato sul sito del Fondo Indennizzo Risparmiatori, l’originario termine di scadenza per la presentazione delle domande al FIR, previsto ai sensi dell’articolo 1, comma 501, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, è stato prorogato dalla legge di bilancio 2020, al 18 aprile 2020.

Riportiamo di seguito un riepilogo dei documenti necessari:

Per gli azionisti destinatari degli indennizzi automatici (erogati a favore di coloro che abbiano un reddito complessivo anno 2018 ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro):

1) copia fronte-retro del documento di riconoscimento valido degli aventi diritto;

2) nel caso in cui il deposito titoli sia su un conto Banca Intesa: richiesta documentazione ai fini FIR
( ALLEGATO 1 );
altrimenti,
nel caso in il deposito titoli sia su altra banca: Attestazione sostitutiva di idonea documentazione
( ALLEGATO 1.a ).

3) (solo dagli azionisti che hanno accettato l’indennizzo nella misura del 15% proposto da Veneto Banca S.p.a. prima della messa in liquidazione) copia di eventuali pagamenti, nelle forme di indennizzi, ristori, rimborsi o risarcimenti comunque denominati, ricevuti dagli aventi diritto per il pregiudizio subito in ordine agli stessi strumenti finanziari, recanti i soggetti pagatori e gli importi incassati;

4) (solo in caso di SUCCESSIONE) copia della denuncia di successione;

5) SOLO per chi vuole l’accredito su un conto in una banca diversa da Banca Intesa ( ALLEGATO 2 ).

Per chi non rientra nella precedente categoria, occorrerà allegare all’istanza, oltre a quanto previsto sopra, anche i documenti utili ai fini dell’accertamento delle violazioni massive del Testo Unico della Finanza che hanno causato il danno ingiusto, che andranno richiesti se non già in possesso dell’azionista.

Ricordiamo che è possibile avvalersi dell’attività dei legali incaricati dalla nostra associazione di assistere gli azionisti delle Banche venete sottoposte a liquidazione coatta amministrativa. Per qualsiasi informazione e per prendere appuntamento per la verifica della documentazione è possibile chiamare il numero 02.80583136.